JED MCKENNA in italiano – 1° parte

In questo volume ho selezionato e tradotto alcuni dei messaggi più interessanti del personaggio noto come Jed McKenna.

Buona lettura.

Ebook: JED MCKENNA – SUGGERIMENTI SPIRITUALI SCELTI E TRADOTTI DA ZERO

Audiolibro qui: https://payhip.com/b/DMwXS

FUTILITA’, INSIGNIFICANZA E IMPERMANENZA

Ciò che produce inutile sofferenza non è la futilità, l’insignificanza e l’impermanenza dei sogni ma il non riconoscimento o la negazione della futilità, insignificanza e impermanenza del mondo dei sogni – tra cui rientra il mondo di tutti i giorni.

‘Futilità, insignificanza e impermanenza’ rappresentano l’insegna (invisibile) prima dell’ingresso in qualsiasi sogno e ovviamente dovrebbero rappresentare anche l’insegna di questo mondo.

Il mondo – oserei dire l’universo – è all’insegna della futilità, dell’insignificanza e dell’impermanenza.

Peccato che la mente umana, prima di fare ingresso in questo mondo, si sia dimenticata di leggere l’insegna ‘futilità, insignificanza e impermanenza’.

Jed McKenna (Spiritual Enlightement, The Damnedest Thing)

HAI SOLO DUE SCELTE: ANDARE CON IL FLUSSO O CONTRO IL FLUSSO

testo di Jed McKenna, tradotto da ZeRo

JED: Ascoltami, ragazzo! Una volta che hai imparato a vedere la struttura, lo schema generale, una volta che hai imparato a percepirlo, a percepire come si muove intorno a te e attraverso di te, allora ti rendi conto che hai davvero solo una decisione da prendere.

Solo una decisione da prendere per il resto della tua vita, ed è sempre la stessa, sempre la stessa decisione.

RAGAZZO: Solo una decisione e sempre la stessa? Sembra un po’ noioso.

JED: Oh no, per niente, proprio l’opposto, a dire il vero. Non più noioso che vedere con gli occhi o sentire con le orecchie. Vedi figliolo, tutto ciò che devi decidere, in ogni situazione, grande o piccola, da ora fino alla fine dei tempi, è con o contro.

Questo è tutto!

Con o contro, ragazzo, questo è tutto.

Tutto quello che devi veramente decidere è con o contro. Questa è la tua unica vera scelta nella vita.

RAGAZZO: Con o contro cosa?

JED: Lo schema, ragazzo, lo schema. O se preferisci il flusso. Una volta che lo vedi, vedi che non c’è nient’altro, e una volta che vedi che non c’è nient’altro, allora vedi che hai sempre solo due scelte, e quelle due scelte sono…

RAGAZZO: Con o contro. Ma quando?

JED: Qui e ora, adesso, oggi, domani, in qualsiasi circostanza. ‘Andare contro’ sarebbe una scelta terribile e ‘andare con’ sarebbe chiaramente la scelta vincente.

RAGAZZO: La scelta vincente?

JED: Si, senza dubbio.

RAGAZZO: Vuoi dire che dovrei soltanto rilassarmi, e andare con il flusso, non cambiare la disposizione delle cose?

JED: Questo non è il momento per andare contro. C’è un tempo per andare contro, c’è sicuramente, ma non è questo, non è assolutamente questo. Questo è il momento di andare con! Il momento per sdraiarti, per svolgere la tua funzione, fare il tuo dovere secondo lo schema e niente di più. Se tu tentassi, in questo momento, di fare diversamente, di andare contro il flusso, di voler cambiare lo schema, di non svolgere la tua funzione, presto, molto presto, te ne pentirai…

RAGAZZO: E per caso ti sembra che io stia andando contro…?

JED: Si.

In ogni momento sembra che tu stia per scoppiare da una minuscola scatola. Sembra che la situazione in cui ti trovi, qualunque situazione in cui ti ritrovi, sia puntualmente un po’ troppo scomoda. Sembra che ci sia sempre qualcosa che non vada bene, qualcosa da aggiustare, da sistemare, da migliorare.

RAGAZZO: (Si alza)

Ecco, ci risiamo!

Ti stai riferendo al mio senso della giustizia? Al mio desiderio di vedere il bene trionfare sul male? Al mio sforzo di far prevalere la giustizia? Al mio tentativo di dare un contributo positivo al mondo? Al mio prendere qualche iniziativa, non importa quanto piccola, che potrebbe permettermi di guardarmi allo specchio in modo orgoglioso?

JED: Sì, dannazione, si! Questo è ciò che intendo! Esattamente quello! Questo è esattamente ciò di cui sto parlando. Quella generale presunzione che ti mette costantemente sull’orlo della rovina.

RAGAZZO: Sto rovinando lo schema più grande per il mio piccolo schema, vero?

JED: Sì! Stai facendo un casino, e senza motivo!

Guarda, osserva, riguarda. Cerca di discernere il grande schema di cui fai parte e sentiti parte di esso. È come una grande ragnatela e quando pizzichi una corda da qualche parte essa risuona in tutta la struttura.

RAGAZZO: Forse è ora di scuotere la struttura.

JED: Cosa?!

Scuotere la struttura?!

Vuoi scuotere la struttura che ti sostiene?!

La struttura è perfetta così com’è, sei tu che fai di tutto per renderla complicata.

Questo è il punto, ragazzo.

Cosa speri di ottenere scuotendo la struttura?

Devi aprire gli occhi, ragazzo, e devi imparare a vedere la struttura.

Non vedi il grande schema, ma se vuoi puoi vederlo, e una volta che lo vedi puoi diventare sensibile alla sua configurazione, alle sue micro e macro variazioni.

Puoi muoverti in esso, tra le sue fessure, senza inutili perturbazioni e sciocche interruzioni.

RAGAZZO: Intendi le mie attuali interruzioni e perturbazioni?

JED: Ovviamente.

Esse sono dovute alla tua assenza di sensibilità e ricettività.

È la sua sensibilità finemente sintonizzata con queste variazioni quasi inosservabili a permetterti di muoverti sinuosamente tra le varie configurazioni dello schema.

Ti basta riconoscere le opportune configurazioni e andare con loro, non contro!

Come fai quasi sempre…

 

LASCIA CROLLARE IL MONDO DEI SOGNI

“È come se fossi rimasto addormentato per tutta la mia vita”, dirai tra te e te.

“Sono una persona intelligente, posso pensare, almeno penso di poterlo fare, quindi perché non l’ho capito prima? Non ci vuole un genio per vedere che tutto ciò che mi circonda, questo tragicomico teatrino, non ha senso.”

Con un pizzico di rodimento la tua riflessione continuerà più o meno così.

“È come se per tutta la mia vita fossi stato ubriaco o posseduto o sotto un incantesimo che mi ha fatto inseguire un’allucinazione dopo l’altra, un miraggio mondano dopo un miraggio spirituale, correre a destra e manco senza mettere mai in discussione niente, ma non appena mi fermo e faccio una domanda, anche una semplice domanda, purché seria, l’intera struttura si ripiega e implode come una casa di carte, l’intero universo ricco di significati (personali o collettivi) crolla come un castello di sabbia.”

Piuttosto seccato del fatto di averlo realizzato soltanto adesso, proseguirai così il tuo monologo:

“Che sia questo che ho sempre tentato di evitare, e che probabilmente una parte di me tenta ancora di evitare?
Il crollo del mio universo?
Il crollo delle mie certezze mondane?
Il crollo delle mie aspettative spirituali?
Il crollo dell’attuale identità, di ciò che ho sempre creduto di essere?
Il crollo di ciò che ho sempre sognato di essere?
Il crollo dei miei sogni?”

E a questo punto, forse, giungerai a questa esclamazione interiore:
“Oddio, sto inconsciamente cercando di evitare il crollo dei miei sogni, il crollo del mondo dei sogni in cui credo di vivere!”

“E per fare questo il mio intelletto sta effettivamente negando, strenuamente negando, che si tratti del mondo dei sogni!”
“Sto negando i miei sogni, le mie fantasie, le mie illusioni… sto cercando di fare di tutto per non riconoscerle, per definirle diversamente!”
“E non l’ho mai ammesso perché in fondo ho paura di perdere qualcosa che ho ritenuto vitale… sono ancora identificato ed estremamente attaccato a tutte le apparenze esterne!”
“Ho sempre cercato di evitare il crollo di questo ridicolo personaggio, ho sempre cercato di proteggerlo assieme a questa farsa che chiamo ‘la mia vita’…”

“Accidenti, ma allora è per questo che non voglio mai fermarmi? Perché avrei l’impressione che per me – o per ciò che credo di essere – sarebbe finita!”
“Dannazione, avrei l’impressione che sarebbe la fine!”

“E’ per questo che la mia ricerca diventa sempre più frenetica.
Ho continuamente tentato di coprire questo riconoscimento… una parte di me non vuole vedere tutto questo per quello che davvero è!”
“Maledizione… Ho paura che sia la fine!”
“Ho sempre vissuto con questa fottuta paura della fine!”

Infine dirai, o spero che dirai:

“Forse, anzi senza forse, è davvero il caso di farla finita con questa storia, farla finita con queste stupide fantasie, farla finita con queste cazzate, farla finita con l’attaccamento a queste impressioni, farla finita con l’attaccamento alle apparenze esterne, farla finita con la salvaguardia del mondo dei sogni, farla finita con questo ridicolo personaggio, farla finita con la dipendenza a quei ridicoli personaggi, farla finita con questa farsa, farla finita con questa finta ricerca, farla finita con questa fottuta copertura del vuoto che non voglio vedere-sentire-accettare-accogliere…

 

(Brano di Jed McKenna, tradotto e riformulato da ZeRo)

C-REX – LA CONSAPEVOLEZZA E’ RE

La consapevolezza è il Re, per questo la chiamo C-Rex.

“C-Rex?” chiede Karl.

“Sì, C-Rex, la consapevolezza è Re, al contrario di U-Rex, l’universo è re, che è il paradigma regnante che tutti conosciamo e amiamo.”

Karl legge i miei appunti. si prende il suo tempo.

“No,” dice, “non la penso così.”

Ne discutiamo per qualche minuto.

“La differenza tra U-Rex e C-Rex è semplice.” gli spiego. “Immagina un foglio di carta bianca e metti un punto da qualche parte nel mezzo. Supponi che la pagina bianca sia infinita, continua per sempre in tutte le direzioni. Ok?”

“Si, ok.”

“Ora etichetta il foglio di carta infinito come ‘Universo’ ed etichetta il punto con ‘Consapevolezza’. Ok?”

“Ok.”

“Quello è ciò che sto chiamando U-Rex, il nostro paradigma condiviso di realtà. Indipendentemente da altre considerazioni, è il modo in cui tutti comprendono la loro realtà. Sono cosciente, e la mia consapevolezza è una piccola cosa in un universo veramente grande. Sei d’accordo?”

“Certamente,” dice.

“Quello è il paradigma regnante di realtà. L’Universo è re, U-Rex. La tua consapevolezza è un punto, una piccola cosa in un universo infinito.”

“Si.”

“Hai quel pezzo di carta in mente?”

“Si.” Sorride con indulgenza ma nei suoi occhi c’è luminosa intelligenza. “Perciò come si arriva a quest’altro paradigma?”

“Semplicemente inverti le etichette.”

Sul suo volto rimane il sorriso ma posso vedere che i suoi pensieri sono rivolti verso l’interno. Rimane così per molti lunghi secondi…

“Una volta che facciamo quel piccolo aggiustamento nel nostro paradigma, la realtà si risolve in perfetta chiarezza. Ogni domanda è risposta, dissolta. Ogni mistero è risolto, annullato. Nulla viene lasciato senza spiegazione, non si verifica alcuna violazione della ragione. Riscrivere la realtà basata su questa nuova prospettiva potrebbe richiedere anni, ma nella misura in cui la teoria del tutto funziona, questo è tutto. C-Rex, Consapevolezza è Re, l’unica, vera, ignifuga, a prova di proiettile, a prova di idiota e anche a prova di genio.”

“Ehm…” Karl sembra ancora un po’ perplesso.

“Ok, ti faccio uno schemino finale.” E mi metto a buttar giù un paio di idee riassuntive:

La consapevolezza (C-Rex) è primaria, viene prima di tutto … prima del tempo, dello spazio, della materia, della dualità, della causalità ecc …

Niente prima di C-Rex.

Tutto dentro (a C-Rex), niente fuori (da C-Rex).

Nessuno può dire più di C-Rex.

C-Rex uccide ogni Buddha.

C- Rex è chiara, semplice, disponibile al sapere diretto.

C-Rex è la Teoria del Tutto.

La Consapevolezza è pashupatastra, la potenza che distrugge (tutte le illusioni di Maya).

La consapevolezza è re… C-Rex.

“Ok, aspetta un minuto,” dice Karl. “Sai quello che stai dicendo? La fai sembrare davvero facile, sì, puoi semplicemente scambiare le etichette, ma lo sai che se lo fai… cosa significa? Intendo, tu sai addirittura cosa significherebbe?

“Direi di si,” dico. “significherebbe che non c’è alcun universo,”

“Stai dicendo che non c’è alcun universo reale là fuori?”

“Sto dicendo che là fuori non c’è effettivamente nulla. Là fuori non c’è alcun là fuori”

(Jed McKenna, La Teoria del Tutto, la prospettiva illuminata)