Marco Baston – Sguardo continuativo (video con trascrizione)

TRASCRIZIONE:

 

Bene questo sarà il primo di una serie di video che voglio fare su alcune tecniche proprio di base.

Ok, lo faccio ovviamente per dare la possibilità a tutti di sperimentare alcune cose in modo più diretto ma anche perché chi viene ai corsi utilizza questi video per prepararsi su una cosa proprio fondamentale e basilare in modo che poi quando facciamo la nostra attività possiamo dedicarci a cose più un po’ più avanzate… andare avanti più velocemente

Allora voglio trattare della questione della continuità dello sguardo partiamo da un presupposto: normalmente i nostri occhi in modo in cui li usiamo sono sotto il dominio del dialogo interno ovvero la descrizione del mondo e i suggerimenti mentali ci dicono cosa guardare come guardarlo eccetera.

E di solito in noi ci sono alcuni tratti caratteristici nel modo in cui usiamo gli occhi: uno è quello che noi saltiamo da un punto all’altro, guardiamo solo alcuni dettagli di quello che ci sta intorno e muoviamo gli occhi da uno all’altro di questi dettagli; questo lo facciamo perché il dialogo interno ci dice che so, ad esempio, che è importante guardare questo fiore poi quella piantina e poi la paglia davanti a me… quindi saltano da qui a lì e tutto lo registro affatto; ci potrebbe essere qualunque cosa ma per me non esiste percettivamente, il dialogo interno mi sta dicendo che la cosa importante è quel dettaglio li, quell’altro dettaglio…  sono sotto una dittatura , la dittatura della descrizione del mondo e del dialogo interno. Uno dei primi modi per a sottrarsi a questo dominio assurdo è modificare in modo in cui usiamo la percezione a partire dagli occhi dato che noi siamo prettamente visivi e quindi è fondamentale sganciare gli occhi dal dominio del dialogo interno e agganciarle all’area della volontà .

una delle cose fondamentali è quindi incominciare a usare gli occhi in modo continuativo partendo da un esercizio molto semplice che è partire da appunto da un dettaglio davanti a me e poi cominciare a muovere lo sguardo lentamente ma con la massima continuità, cioè non muovendo a scatti, non muovendo gli occhi a scatti, ma seguendo una linea che non sarà dritta ma andrà a caso secondo un percorso che non è dettato dal pensare comincia a essere dettato dal corpo.

e quindi praticamente io seguo questa linea di continuità, quest’area visiva di continuità senza saltare. Per farlo davvero dobbiamo per forza fare in modo che gli occhi siano sotto il centro della volontà, che siano agganciati alla volontà, alla seconda attenzione.

se provate a farlo vi accorgerete che nel momento in cui riuscite a farlo c’è qualcosa che precede gli occhi di un attimo, un qualcosa che parte da qui e raggiunge il punto che guarderete tra un attimo e gli occhi seguono questa forza, questo flusso che parte dall’area della volontà e raggiunge il mondo.

per aiutarvi all’inizio potete anche mettere delle corde per terra e seguirle con lo sguardo in modo da ottenere la massima continuità possibile, ma poi dovrebbe arrivare il punto in cui lasciate che sia la volontà a decidere il percorso… prima lo fate da fermi ma poi allenatevi man mano.

anche ad alzarvi e riuscire a fare questa cosa in movimento perchè poi quello che ci interessa non è che viviamo seduti su un seggiolino quindi quello che ci interessa è poter fare questa cosa qualunque cosa noi stiamo facendo in quel momento, mentre laviamo i piatti, mentre siamo al lavoro, mentre interagiamo con qualcunotenete presente altre due punti importanti: gli occhi devono essere mantenuti sempre molto morbidi per lasciare che il silenzio del mondo entri dagli occhi e raggiunga la volontà… questo è un modo di ottenere il silenzio vero… ottenerlo da ciò che ci sta intorno, che non ha dialogo interno e un’altra cosa possibilmente quando riusciamo a fare questa cosa di guardare con continuità è anche mantenere la percezione, la visione periferica, mentre usiamo lo sguardo in questo modo; questo semplice cambio nel modo in cui usiamo agli occhi porta con sé una rivoluzione totale nell’uso che facciamo dell’attenzione ed è un colpo ferale per il dominio del suggeritore.

 

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